Subito un’inchiesta pubblica sul progetto del deposito di stoccaggio di Gas Naturale Liquefatto (GNL) a Porto Corsini. È quanto chiede Andrea Bertani, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di una interrogazione presentata alla Giunta riguardo proprio alla realizzazione del maxi impianto che il Gruppo PIR vorrebbe realizzare sulle sponde del Candiano in un’area di oltre 23mila metri quadrati.
“In pratica si vuole utilizzare un gas che, dopo essere stato liquefatto e mantenuto allo stato liquido a bassissime temperature, verrà approvvigionato in un deposito mediante navi gasiere di capacità compresa tra 7.500 e 27.500 metri cubi, mentre la distribuzione alle utenze potrà essere effettuata mediante autocisterne e navi – spiega Andrea Bertani – Come è facilmente comprensibile si tratta di un progetto molto impattante sul territorio, da molti definito come pericoloso, e che soprattutto non ha visto nessun tipo di confronto ufficiale con i residente della zona che sono giustamente preoccupati”.
Nella sua interrogazione il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle elenca una serie di criticità individuare da cittadini, associazioni ambientaliste e comitati: si va dall’infiammabilità del prodotto stoccato, alla vicinanza al deposito di interi centri abitati, passando per l’aumento del traffico su strada e in mare che la realizzazione del progetto comporterà, per finire all’inquinamento ambientale ed atmosferico. Tutte osservazioni che sono anche state inviate al sindaco di Ravenna sotto forma di petizione dal Comitato GNL – Garanzie Non Liquefatte.
“Quello che è certo è che ci troviamo davanti ad una situazione in cui c’è stato un grave deficit di informazione, partecipazione e consultazione della popolazione interessata da questo progetto. Ecco perché, seguendo anche quanto sancisce la Regione sulle modalità di svolgimento delle procedure per la valutazione di impatto ambientale, chiediamo che si svolga al più presto un’inchiesta pubblica sul GNL di Porto Corsini che tenga conto di tutte queste criticità. Non è tollerabile – conclude Andrea Bertani – che per un impianto che si estenderà su una superficie di oltre 23mila metri quadri non si tenga conto delle legittime preoccupazioni dei residenti”.