Anche in Emilia-Romagna il cibo non utilizzato per i controlli igienico-sanitari sarà donato ad associazioni di volontariato o alla Caritas, così come avviene già in Toscana. È quanto ha deciso la Regione dopo che Giulia Gibertoni con una interrogazione lo scorso luglio aveva chiesto di modificare il modus operandi dei PIF, ovvero i Posti d’ispezione frontaliera, che effettuano controlli igienico-sanitari su prodotti e sottoprodotti di origine animale, provenienti da altri Paesi e destinati sia all’Italia che all’Unione europea, o anche solo in transito. Rispondendo all’interrogazione di Giulia Gibertoni l’assessore Sergio Venturi ha comunicato che lo schema verrà replicato anche da noi e che la convenzione tra il PIF e l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna è già in fase di realizzazione.
“Si tratta di un gesto di buon senso che ha come obiettivo non solo quello di ridurre uno spreco quotidiano di prodotti alimentari, ma anche di aiutare chi è più in difficoltà” commenta Giulia Gibertoni. I controlli effettuati all’interno dei PIF, infatti, interessano due parti del prodotto ma solo su uno di questi vengono effettivamente svolte delle analisi.
“Una volta conclusa l’ispezione il campione non utilizzato, anche se risulta idoneo al consumo, viene distrutto smaltendolo poi come rifiuto speciale così come stabilisce prassi per tutti i materiali che entrano in laboratorio – aggiunge Giulia Gibertoni – Visto che nella maggior parte dei casi i controlli danno esito negativo già sul primo campione, il risultato è che questa procedura portata avanti all’interno dei PIF genera uno spreco di cibo consistente. Per questo avevamo chiesto che la Regione intervenisse per modificare questa procedura e ridurre questo spreco di risorse. E oggi siamo soddisfatti che le nostre richieste siano state accolte”.