Revocare tutti i premi ai vertici dell’IBC che avrebbero dovuto vigilare sull’attività del personale ma che invece, da quanto sta emergendo negli ultimi giorni, non lo hanno mai fatto. È quanto chiede Giulia Gibertoni all’interno di una interrogazione alla Giunta presentata sul caso dei presunti furbetti del cartellino all’interno dell’Istituto dei beni culturali di Bologna smascherati dalla trasmissione tv Striscia la Notizia. “Anche ieri sera abbiamo visto in televisione immagini eloquenti che dimostrano come all’interno dell’Istituto i controlli sul personale fossero praticamente inesistenti – spiega Giulia Gibertoni – A questo punto ci aspettiamo che, assieme all’indagine annunciata da Bonaccini, si pensi al più presto a revocare tutti i premi che in questi anni sono stati riconosciuti ai vertici dell’Istituto. Premiare chi non ha fatto il proprio dovere sarebbe un ulteriore insulto verso chi, invece, ogni giorno in Regione svolge con dedizione il proprio lavoro. Anche attraverso questi gesti si tutela il buon nome di una macchina amministrativa”.
Nella sua interrogazione Giulia Gibertoni punta il dito anche contro la composizione del Consiglio direttivo dell’IBC, soprattutto sul particolare che molti dei suoi componenti in realtà svolgano delle altre attività che non si conciliano né con la mission, né con le funzioni dell’istituto stesso. “Tutti membri del Consiglio direttivo svolgono altre attività – aggiunge Giulia Gibertoni – Attività che in alcuni casi dovrebbero essere tali da assorbire totalmente questi professionisti. Per questo troviamo piuttosto stravagante che proprio all’interno del Consiglio sieda Vanni Bulgarelli, presidente dell’azienda di trasporti pubblici SETA di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Visto il lungo e rilevante elenco di funzioni che il Consiglio dovrebbe svolgere, ci chiediamo come sia possibile coniugare due impegni di questo tipo. Evidentemente – conclude Giulia Gibertoni – si tratta di incarichi di facciata, a cui si arriva solo per una specifica appartenenza politica e che di fatto hanno contribuito a creare quel sistema di autogestione del personale totalmente distorta, venuto a galla proprio in questi giorni”.