Un tetto agli stipendi degli amministratori (che non potranno essere esageratamente più alti di quelli dei normali dipendenti) e il divieto di candidare alle tornate elettorali persone che negli ultimi tre anni abbiano ricoperto incarichi di vertice. Giro di vite del MoVimento 5 Stelle sul rapporto tra il mondo della cooperazione e quello della politica: Raffaella Sensoli, capogruppo regionale del M5S, ha presentato una risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere nuovi accorgimenti per cercare di regolare il sistema delle cooperative che negli ultimi anni sta attraversando un periodo nero con chiusure e fallimenti da Piacenza a Rimini e che stanno lasciando sul lastrico migliaia di soci, lavoratori e famiglie.
“Quello che per molti anni è stato uno degli elementi fondanti della società e dell’economia dell’Emilia-Romagna si sta trasformando in un sistema dalle tinte molto oscure, stritolato da fallimenti, mala gestione e condizioni di lavoro al limite dello sfruttamento – spiega Raffaella Sensoli – Tutto questo mentre la commistione tra politica e mondo delle coop continua a proliferare. Per questo crediamo che, per ridare credibilità a un sistema ormai sull’orlo del baratro, sia necessario introdurre delle nuove regole, primo fra tutte quella di vietare l’odioso meccanismo delle porte girevoli, ovvero che un amministratore di una cooperativa responsabile magari di un fallimento o di una cattiva gestione venga riciclato come politico alla guida magari anche di società pubbliche o partecipate”.
Per questo nella sua risoluzione la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle propone alla Regione di chiedere a tutte le forze politiche di non candidare o indicare come componenti degli organi esecutivi persone che abbiano rivestito negli ultimi tre anni incarichi di vertice, anche tecnico, nelle associazioni imprenditoriali.
“In più crediamo che sia necessario abbattere il gap delle retribuzioni all’interno delle cooperative tra i ruoli di vertici e quelli di base – aggiunge Raffaella Sensoli – in modo tale che non venga mai superato un ragionevole rapporto (ad esempio 1 a 6) nel divario fra le retribuzioni più basse e quelle più elevate dei dipendenti e degli amministratori”. Nella risoluzione, inoltre, si chiede alla Regione di adottare linee guida, relativamente alla gestione tramite esternalizzazione di servizi educativi ed ai servizi assistenziali, dirette ad assicurare che le procedure selettive operate dalle aziende regionali o dagli Enti locali prevedano che i trattamenti retributivi e le tutele nei confronti dei lavoratori impegnati non siano inferiori a quelle del personale pubblico impegnato in servizi o mansioni analoghe. “Oggi le cooperative gestiscono, anche grazie alla benevolenza di certa politica, servizi fondamentali in diversi settori strategici come la scuola, la sanità o il lavoro – conclude Raffaella Sensoli – e non possiamo permettere che queste realtà a loro volta non rispettino le regole per i propri dipendenti”.