Sbarca in Regione il caso della stangata per le famiglie dei disabili che frequentano i centri di lavoro protetto del distretto sud di Rimini. Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali dell’Assemblea Legislativa, ha presentato una interrogazione e una risoluzione per chiedere alla Giunta di finanziare, attraverso il Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, le rette dei centri socio-occupazionali che dal 1° maggio scorso stanno obbligando molte famiglie a sborsare fino a 200 euro per far fronte ai costi di trasporto e vitto.
“L’introduzione del pagamento di una retta decisa dal Distretto sud di Rimini e Riccione e dell’Ausl della Romagna rischia di trasformarsi in una spada di Damocle sulla testa di moltissime famiglie che faranno molta fatica a far fronte a questa spesa – spiega Raffaella Sensoli – La decisione è ingiustificabile sia dal punto di vista economico che etico morale. Vista la costante emergenza di fondi a cui i Distretti devono far fronte, si pensi prima a riformulare, tagliare e riparametrare, ad esempio, i premi ai dirigenti che già prendono lauti stipendi per i tempi che corrono oggi in Italia. E invece si continua a chiedere sacrifici sempre a chi è già in difficoltà. Per questo ho chiesto che sia la Regione a farsi carico di questa spesa in modo da non gravare ulteriormente sulle tasche di famiglie che quotidianamente devono far fronte a mille disagi. Per loro sarebbe davvero un’ulteriore beffa”.
La proposta della consigliera regionale del M5S è quella di finanziare le rette dei centri socio-occupazionali con il Fondo regionale per l’occupazione dei disabili visto che la legge non lo vieta, anzi lo prevede. “I Centri socio-occupazionali diurni sono “laboratori protetti” destinati a persone con disabilità “medio – gravi”, che pur non potendo svolgere un lavoro in ambiente non assistito, hanno comunque sufficienti livelli di autonomia per svolgere attività occupazionali di diversa natura, in un ambiente adatto e con l’aiuto di operatori – conclude Raffaella Sensoli – Per questo è possibile finanziare con l’utilizzo del Fondo regionale, tenuto conto che la legge nazionale (L. 68/99) non lo vieta, anzi, lo prevede, le rette dei centri socio occupazionali per l’inserimento o reinserimento protetto nel mondo del lavoro. Crediamo sia un gesto di buon senso e di rispetto verso persone e famiglie che vanno aiutate nel loro percorso e non di certo vessate con l’aggiunta di ulteriori costi e tasse”.