Chiarezza sulla sperimentazione per la gestione unica tra il Policlinico e Baggiovara, i due ospedali più grandi di Modena. È quanto chiede Giulia Gibertoni, capogruppo regionale del M5S, che ha presentato una interrogazione sul tema all’indomani dell’informativa che la Giunta ha presentato in Commissione Sanità. “Quello che si sta portando avanti a Modena è una sorta di ritorno al passato, ai tempi dell’USL 16 quando un’unica azienda sanitaria gestiva sia il Policlinico che il vecchio Sant’Agostino – spiega Giulia Gibertoni – Anche se l’unione tra queste due realtà non si può criticare a priori, vorremmo capire quali sono i vantaggi che dovrebbero scaturire da questa manovra. Anche perché l’informativa avuta in Commissione da parte dell’Assessorato alle Politiche per la salute non ha fornito molti spunti al riguardo”.
Per la capogruppo regionale del M5S il sospetto è che, anche se il percorso di integrazione non è ancora stato deciso, la prima fase di sperimentazione abbia un esito già scritto e che quindi si proceda spediti verso l’integrazione delle due strutture senza che ci sia nemmeno uno straccio di ‘piano industriale’ che individui costi, vantaggi ed efficacia.
“Nella nostra sanità regionale le integrazioni si sono sempre rivelate un pessimo affare, sia economico che per la qualità dei servizi erogati – aggiunge Giulia Gibertoni – Si pensi per esempio a quanto successo a Sassuolo, con lo scandalo di Villa Fiorita, che ha significato per le casse pubbliche un buco di milioni e milioni di euro. A nostro avviso l’integrazione non serve perché ASL e Azienda Policlinico fanno due mestieri diversi: l’ASL eroga servizi generali e specialistici con valenza territoriale e non sono solo servizi medici in senso classico ma anche diversi (sicurezza su lavoro, igiene pubblica, impianti, contributi vari). L’Azienda Policlinico, che fattura le sue prestazione all’ASL e da questa viene pagata a DRG, è in simbiosi con l’Università, fa ricerca, ed eroga servizi quasi solo medico-specialistici puntuali nella sua sola sede senza alcuna articolazione territoriale. È evidente che queste due realtà hanno poco in comune ed è bene restino come sono, anche perché al momento non sono ragionevolmente ipotizzabili né risparmi gestionali né miglioranti nella erogazione dei servizi, mentre il costo di questa integrazione sarà molto alto. Quello che vogliamo evitare è che possa esserci una estensione della gestione pubblico/privata nella nuova struttura”.
Inoltre nella sua interrogazione la capogruppo regionale del M5S chiede alla Giunta se “quale impatto avrà l’accorpamento sulle figure dirigenziali di vertice delle strutture unificate, se sussisteranno duplicazioni/triplicazioni di dirigenti con lo stesso ruolo come è prevedibile dall’attuale dotazione organica o se si avvierà una significativa riduzione delle figure dirigenziali di vertice; gli attuali direttori generali saranno rimossi per dare spazio ad un unico Direttore Generale o si opterà per nominare un commissario straordinario e sommare agli attuali direttori generali una nuova figura dirigenziale di vertice”.