Rimandare i lavori di adeguamento della piscina di Mirandola in modo di garantire un servizio ormai consolidato e un luogo di attività sportiva e socializzazione oltre che un’alternativa di intrattenimento durante il periodo delle ferie a chi resta in città.
È questa la richiesta di Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, contenuta in una interrogazione sull’impianto comunale di Mirandola, riaperto a tempo di record un mese dopo il terremoto del 2012 ma che nelle prossime settimane dovrebbe perdere l’utilizzo della vasca olimpionica esterna, quella più grande e frequentata.
L’amministrazione comunale, infatti, ha deciso di chiudere al pubblico l’utilizzo della piscina esterna per dare una sforbiciata ai costi di gestione (acqua, riscaldamento, igienizzazione) generati dall’impianto, considerati troppo elevati.
“Il Comune qualche tempo fa ha comunicato che il parco dove è ospitata la piscina resterà aperto per tutta l’estate ma sarà senza piscina – spiega Giulia Gibertoni – Resterà aperto il solarium, il prato alberato con i campetti sportivi e ci sarà la possibilità di noleggiare lettini e sdraio ma la vasca esterna non entrerà mai in funzione. Al massimo si potrà, eventualmente, utilizzare solo quella interna, che però è molto più piccola. Crediamo che questa decisione sia un controsenso rispetto all’aumento dei fondi per lo sport contenuto nel bilancio 2015 della Regione, di cui sulle pagine dei giornali ha parlato tanto il presidente Bonaccini”.
Per il consigliere del M5S la struttura di Mirandola, oltre ad avere un alto valore simbolico per tutta la comunità della Bassa visto che venne riaperta ad un mese dal terremoto del maggio del 2012, rappresenta uno degli impianti sportivi più importanti per chi pratica nuoto ed è una delle poche vasche olimpioniche in provincia: una sua chiusura sarebbe una vera e propria beffa per chi già è stato danneggiato a sufficienza da crisi e terremoto.
“La Regione chieda al Comune di riaprire la piscina all’aperto – conclude Giulia Gibertoni – I lavori di adeguamento possono cominciare a settembre, quando normalmente viene sospesa l’attività. In più, per evitare che disagi del genere si ripropongano in futuro, si può concordare un calendario degli interventi da fare che garantiscano sempre il servizio durante i mesi estivi. Sarebbe un segnale importante per la comunità mirandolese che, a tre anni dal terremoto, deve ancora quotidianamente subire disagi”.