“Il ritiro della costituzione di parte civile da parte della Regione nel processo Bombonato-Dassi, è un atto gravissimo. Una decisione scandalosa da parte della Regione che ha come unico obiettivo quello di rallentare i tempi del processo per far scattare i termini della prescrizione previsti per la fine dell’anno. Giunta e PD, che a parole si erigono a paladini della legalità, nei fatti sembrano interessati solo a tutelare i propri amici e compagni di partito, anche andando contro gli interessi della stessa istituzione che amministrano”. È questo il commento di Silvia Piccinini e Gianluca Sassi, consiglieri regionale del M5S in merito all’annunciato ritiro della costituzione di parte civile di Viale Aldo Moro nel processo che vede come imputati per falso l’ex capo dell’ufficio stampa dell’Assemblea Legislativa, Gerardo Bombonato, e l’ex assessore all’integrazione del Comune di San Lazzaro Raimond Dassi (oggi dipendente regionale).
“Se la costituzione di parte civile dovesse essere ritirata la conseguenza immediata sembra essere quella di far perdere al processo la caratteristica di priorità, facendo così slittare la possibile udienza oltre i termini di prescrizione – spiegano i due consiglieri regionali – Un colpo di spugna bello e buono che rappresenterebbe un danno molto grave per la Regione visto che i due imputati sono accusati di falso tenuto conto che Bombonato firmò il nulla osta per il pagamento di 10mila euro a Dassi per un corso che doveva tenere ma che non è mai stato portato a termine. Visto che si è parlato di un accordo raggiunto tra le parti che avrebbe così giustificato il ritiro della costituzione di parte civile vorremmo capire di che cosa si tratta, se è prevista una transazione di tipo economico e che tipo di tutele sono state previste per l’amministrazione pubblica. Il nostro sospetto è che si tratti banalmente di un escamotage per salvare un collega di partito visto che Dassi è stato per anni assessore nel Comune di San Lazzaro”.
Il M5S chiede dunque alla Regione di fare marcia indietro e di confermate la richiesta di costituzione di parte civile. “Noi non ci sogneremmo nemmeno lontanamente di sostituirci alla magistratura che è chiamata a stabilire la colpevolezza o l’innocenza degli imputati. E lo stesso dovrebbe fare la Regione che, lo ricordiamo, ha subìto un danno economico da questa vicenda – concludono Silvia Piccinini e Gianluca Sassi – Per questo chiediamo che il processo vada avanti e che la Regione non faccia nulla per far scattare la prescrizione. Il ritiro della costituzione di parte civile della Regione e l’effetto che ne deriverebbe sarebbero uno schiaffo alle norme anticorruzione ed un esempio negativo per tutti i dipendenti regionali, una beffa incredibile. A questo punto ci aspettiamo di vedere la Picerno in viale Aldo Moro per chiedere a Bonaccini il rispetto della legalità. Se servisse a mantenere la costituzione di parte civile in questo processo da parte della Regione noi l’accoglieremmo volentieri”.