Potenziare la rete di distribuzione diretta di farmaci per abbattere la spesa farmaceutica che nel 2015 ha sforato il tetto massimo del 3,5%. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta all’indomani del richiamo della Corte dei Conti all’operato della Regione sul versante della spesa farmaceutica ospedaliera.
“I giudici contabili, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, hanno tirato le orecchie alla Giunta del presidente Bonaccini e in particolare all’assessore Petitti sia sulla mancata attuazione di un piano di dismissione per le società partecipate, obbligo previsto dalla Legge di Stabilità, e sia per quel che riguarda la spesa sanitaria regionale – spiega Raffaella Sensoli – Riguardo a quest’ultimo punto la Corte dei Conti ha messo in luce come in Emilia-Romagna si registri un aumento del 5,5 per cento rispetto al 2012 per la spesa farmaceutica ospedaliera, superando il tetto del 3,5 per cento. Fra le aziende che maggiormente hanno contribuito all’aumento c’è anche l’Ausl di Rimini (+5,74%), battuta però da Bologna (+7,06%), Cesena e Forlì (+6,32%)”. Nella sua interrogazione, oltre a chiedere spiegazioni per lo sforamento dei tempi fissati sulle ‘Partecipate’, la consigliera regionale del M5S avanza una proposta per poter contenere la spesa farmaceutica.
“La distribuzione diretta dei farmaci a pazienti nei 30 giorni della dimissione ospedaliera determina un sostanziale risparmio rispetto alla usuale distribuzione tramite farmacia – aggiunge Raffaella Sensoli – Secondo una recente ricerca dell’Università di Ferrara per conto di Sifo (la Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie) la stessa confezione di farmaco se ritirata direttamente dal paziente nella farmacia dell’ospedale invece che nelle farmacie del territorio convenzionate, può costare fino a 7,85 euro in meno al Servizio sanitario nazionale. E, se si tiene conto degli spostamenti del cittadino per andare a prendere i farmaci, il risparmio può crescere fin sopra i 9 euro. Si tratta di un risparmio notevole che per ogni Asl rappresenterebbe un importante boccata d’ossigeno e che per questo la Regione dovrebbe incentivare. Per questo – conclude Raffaella Sensoli – chiediamo alla Giunta se non ritenga opportuno potenziare la distribuzione diretta dei farmaci ai pazienti. I risparmi potrebbero essere moltissimi e sarebbe davvero un errore madornale rinunciarvi”.