“L’operazione di ieri contro il radicamento della ‘ndrangheta è la dimostrazione che sulla lotta alle mafie in Emilia-Romagna ci sia ancora tanto da fare. Limitarsi a sostenere di avere gli ‘anticorpi’ come da tempo sentiamo dire a chi governa la Regione non è più sufficiente. Di sicuro servono azioni concrete ed efficaci. E una di queste potrebbe essere proprio quella di accelerare con l’assegnazione degli immobili confiscati alle mafie che, per esempio, vedono la provincia di Rimini ancora al palo con 23 strutture ancora non assegnate”. È questa la richiesta di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta all’interno di un’interrogazione presentata in Regione all’indomani dell’operazione della Dda di Bologna contro la presenza della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna.
“Anche a Rimini la mafia ha da tempo piantato le proprie radici – spiega Raffaella Sensoli – Soltanto in un’operazione che risale a qualche mese fa le attività investigative hanno portato alla luce che ormai la malavita organizzata guarda con interesse la Riviera per riciclare il denaro sporco, in particolare servendosi di attività economiche come hotel, ristoranti, pizzerie, attività commerciali. Inoltre, sul nostro territorio sembra essere radicata anche la criminalità di matrice cinese e di altre nazionalità attive nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nello sfruttamento della prostituzione e della manodopera irregolare. Davanti a questa situazione crediamo che si debbano dare delle risposte concrete, prima tra tutte quella della riassegnazione dei beni confiscati proprio alle mafie”.
Nella sua interrogazione la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle ricorda come in provincia di Rimini sono 25 gli immobili (con Riccione a farla da protagonista con 20 assegnazioni) e una sola azienda ad essere stati riassegnati mentre sono invece 19 gli immobili ancora da destinare e 4 le aziende. “Bisogna accelerare con questo processo – aggiunge Raffaella Sensoli – Per troppo tempo si sono combattute le organizzazioni malavitose nella nostra regione con una mera azione repressiva e penale, senza indagare e approfondire le radici profonde che hanno favorito le infiltrazioni in tutti gli ambiti della società e degli affari, dai rifiuti agli appalti pubblici dell’edilizia, dal gioco d’azzardo al traffico di stupefacenti. È mancata fino a qualche anno un’azione preventiva di studio e di contrasto al fenomeno mafioso, così come non è mai stato approfondito seriamente l’impatto sociale ed economico che il diffondersi della malavita organizzata ha avuto sull’economia reale e sui cittadini emiliano-romagnoli. Per questo invitiamo la Giunta anche ad avviare dalla prossima legislatura una commissione d’inchiesta o di studio sulle mafie sul territorio regionale, così come il MoVimento 5 Stelle chiede dal 2015 visto che è presente in numerose altre Regioni” conclude Raffaella Sensoli.